Riflessioni sugli universali e scala di condotta della capacità di vincolo umano

autore:  Berta Garcia

Gli Universali potrebbero essere l’essenza, l’anima, quello che è più proprio del proprio, la natura intrinseca che si manifesta in tutti gli esseri  senza distinzione di razza, religione o politica ciò che ci distingue come specie.

Lavorare in Biodanza da questo punto implica lavorare nel più profondo di quello che è  l’essere umano.

Le terapie convenzionali si preoccupano del “carattere” e ci trasformano “da neurotici a neurotici suicida”.

Gli universali umani ci reintegrano al Principio Biocentrico.

Si affronta una guarigione individuale rimanendo, molte volte nascosta, la visione della relativa coltre che ci affratella e protegge.

Esiste la diversità come parte dell’universo. Noi  biodanzanti, non rimaniamo nella diversità visto che lì possiamo rimanerci tutta la vita girandoci intorno e perdere l’opportunità di evolversi verso l’ epifania dell’incontro.

Andiamo alla vera sostanza, a tirare fuori la sostanza.

Se non andiamo all’essenza dell’umano, quello che realmente ci è proprio, è impossibile arrivare ad essere esseri umani.
Grande e terribile è la differenza fra gli animali e gli umani che non hanno la libertà per distruggersi. Questi sono orientati dall’istinto della specie, non potendo alterare la saggezza cosmica del loro istinto.

Noi abbiamo per qualche sorte del destino la capacità di alterare il più proprio dell’ umano; abbiamo la libertà di separarci dall’ordine cosmico. (Spaventosa libertà, di trasgredire il senso della vita come direbbe Rolando Toro    ).

Il nostro lavoro è di scoprire ogni volta di più  che cos’è il nostro essere particolare, che cos’è quello che ci è stato dato dalla sapienza della vita.

Basta  non andare a nasconderci nei templi dell’ego.

Più questo mistero e questa conoscenza dell’universale umano è in noi stessi più siamo essere infiniti.

L’intelligenza quando non è dotata di umiltà e affettività, che è il caso della maggioranza di noi, è una catastrofe esistenziale, quasi preferibile la non esistenza, già che fagocitare egoticamente qualsiasi proponimento di scoperta d’ altro, impediscono  di accedere in comunione ad una maggiore conoscenza.

Cercare e potenziare quello che ci unisce per camminare verso un noi.

In quel possibile e perentorio Noi giace, in attesa, l’istinto della nostra specie. La forza comune d’unione alla totalità assoluta, all’ Ordine Cosmico.

La domanda che mi pongo è come accedere agli universali umani in una civiltà assolutamente malata nella quale abbiamo costruito la cultura della morte.

Ogni terapia o cammino di sviluppo definisce la necessità di vincolo e  il recupero e la possibilità di amare.

Dopo anni di Cristianesimo, di Buddismo, di Psicoanalisi, di Gestalt, di Comportamentismo di  Costruttivismo, ecc. continuiamo senza risolvere la connessione con gli universali.

Le intenzioni sono state nobili ma sembra siano rimaste nell’intenzione o chissà è già ora di  fare un altro passo. La nostra civiltà non sarebbe così malata se fosse costituita da esseri sani.

Così come siamo, pieni di malattie, depressioni, angustie, violenze, rabbie, andiamo ad accedere alla luce.

E’ qui la immensa proposta del sistema di Biodanza, così profondamente innovatrice in quanto ha i modi di sviluppare l’ evoluzione.

L’impostazione precisa parte dall’argomentare profondo sui metodi che abbiamo creato per accedere all’apprendimento e allo sviluppo.

Abbiamo provato per molti anni tecniche che sembrano non coinvolgere la totalità dell’essere lasciando  il più bello e profondo nell’oblio, forse è stato un modo incosciente, pensandolo bonariamente, per continuare in condizione di sottomissione e dolore, brodo di coltura per i grandi poteri di dominio visto che ottengono l’adattamento a strutture alle quali non possiamo adattarci senza correre grave pericolo di estinzione.

L’impostazione del sistema di Biodanza è accedere alla conoscenza attraverso della vivencia indotta da musica selezionata che è pura emozione in armonia e sintonizzata con le nostre più profonde e nobili emozioni e desideri e che libera la danza delle nostre possibilità in spazi di incontri affettivi.

La musica, date le sue caratteristiche, ci permette di accedere a strati molto profondi dove siamo presi nella nostra totalità di esseri, manifestandoci nella danza e il movimento, che ci permette di scoprirci ed emozionarci  della grandezza di chi siamo.

Secondo Nietzsche, se le sue parole potessero spiegare quello che è il sentire, allora non si danzerebbe. La danza è espressione e trasformazione di un movimento pieno di senso, è Arte.

Platone dice che l’arte è il cammino dal caos all’ordine.

La proposta degli esercizi di Biodanza è dal ritmo, la melodia e l’armonia naturale biocentrica degli esseri in cammino all’umano e dell’universo in espansione, non entriamo nei labirinti dell’ombra né della luce artificiale, potenziamo la luce naturale della quale siamo parte e portatori perché vivenciadola  possiamo sfruttarla, amarla e benedirla in noi stessi ed in ciascuno di tutti gli esseri della natura.

Ci sono delle strade che ci distraggono facendoci girare nella periferia, nel carattere, nelle maschere, senza accesso all’esenziale e così sprechiamo la vita senza vedere, ne sentire mai la meravigliosa luce che esiste in  noi ed alla quale apparteniamo.  

RIGUARDO ALLA SCALA EVOLUTIVA

Mi sembra che sia inevitabile e perentorio anche se doloroso, toglierci la benda dagli occhi, ciò che ci ha permesso sopravvivere inseriti nella violenza.
Siamo troppo adolescenti ancora, e adolescenti molto superbi e senza futuro.

Se non passiamo alla tappa dell’età adulta amorosa, come specie andiamo inevitabilmente nel cammino dell’estinzione, dando in eredità alle forme di vita che ci succederanno un pianeta dolente e in distruzione.

Ci piacerebbe che fosse in un’altra maniera ed allora neghiamo e affrontiamo la realtà in modo idealista e romantica tentando di viverla come vorremmo che fosse negando e provocando ancora più danno, rafforzandolo, e senza la possibilità di comprometterci  con l’evoluzione. E’ camminare con lo sguardo verso    terra in modo  rigido, rafforzando le patologie attraverso il nostro movimento innaturale, senza sinergismo, senza affettività, senza valori, senza fluidità, senza sacralità.

Questo cammino della scala evolutiva si deve percorrere dall’amore e dalla coscienza, per non cadere nel giudizio e la svalorizzazione ingiusta, progettando le nostre proprie carenze su quelli che abbiamo più vicino.

Rolando ci invita a partecipare assertivamente alla nostra missione nell’evoluzione. Noi professori di Biodanza abbiamo un lavoro che parte dalla nostra propria essenza, dal nostro corpo, nella nostra continua comprensione, amore e coscienza, è un cammino di vera umiltà che pospone l’individualismo lasciando il posto al bene comune, il meno comune dei beni.
Non dobbiamo fermare il nostro movimento evolutivo.

Attraverso la nostra danza andiamo unificandoci ad un movimento o danza comune.

Dobbiamo perentoriamente lavorare sul nostro egoismo, trascendere le nostre strutture rigide e di differenzazione per incontrare tutto quello che ci unisce, essere conseguenti ed attuare in coerenza con il principio biocentrico per partecipare ad una causa comune, la co-creazione del nostro cammino e destino nell’amore e nella solidarietà.
Abbiamo nelle nostre mani un’arma senza precedenti nella storia della psicologia, ed esso richiede un impegno personale e gruppale, con noi stessi e con la nostra specie.

Camminiamo da, in e verso la luce, è ora di riciclare le nostre differenze periferiche e unirci negli Universali dati dalla Grande Scienza Cosmica.

Berta Garcìa,
Professoressa di Biodanza  Santiago del Cile.

Estratto da BOLLETTINO DI BIODANZA IBF N° 10 -  Giugno/Luglio 2008 
Traduzione a cura della Segreteria Associazione Biodanza Italia

Questo articolo è stato pubblicato il giovedì, 15 luglio 2010 alle 08:43 e classificato in Biodanza®. È possibile seguire tutte le repliche a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. I commenti sono attualmente chiusi, ma puoi fare il trackback dal tuo sito.

I Commenti sono chiusi