Dai Girotondi

DAI  GIROTONDI

di Cecilia Borelli 

 (cfr. p. 12 Rivista n. 4 della AEIB Gennaio 2000)

San Paolo, 1985,   spazio aperto del Museo di Arte Moderna.

Rolando Toro, Cecilia Luzzi e alcuni alunni, tra cui io, abbiamo realizzato una lezione-manifestazione  aperta ai passanti di una strada molto frequentata. Il nome di questo evento era: “un girotondo per la pace“. Un uomo indigente  che si stava preparando a rubare il portafoglio di uno dei partecipanti, fu incluso nel cerchio con un  invito di Rolando: “adesso tutti presi per le mani! Siamo uno, danzando la pace!” Sorpreso, preso dall’allegria, quell’uomo continuò a danzare, dimenticandosi della sua intenzione iniziale, finendo per essere abbracciato e abbracciando quella che sarebbe stata la sua vittima.

San Paolo 1998. Da vent’anni lavoro in questi girotondi, da quando, in un’aula di Biodanza®, la mia vita ricevette un regalo e fu smossa incontrando Rolando Toro    , saggio essere che mi ha incantata, mi ha iniziata e  incoraggiata per il volo creativo e la preziosa avventura di essere e far parte di questa grande unità pulsante che è la natura. Danzare con e per la vita (Bios) illuminò la mia anima, liberò le mie braccia e le mie mani per accarezzare e accogliere l’esistenza in tutte le sue dimensioni forme e colori.

Questo è stato il mio grande apprendimento e ricerca fin da allora. L’arte di comunicarmi ed  esprimermi amorosamente e armonicamente con la natura. In queste “vivencias” con i cerchi celebriamo la bellezza, raccontiamo storie, creiamo pupazzi, danziamo la terra e i suoi elementi, scolpiamo, dipingiamo, cantiamo come gli indios durante la raccolta, facciamo il pane, piantiamo i germogli d’alberi, tessiamo un’esistenza sintonica, ludica e fraterna con il cosmo.

Questi girotondi tendono a diventare le nuove scuole, senza sedie e banchi stretti, officine itineranti che possono occupare le vie, le piazze, le biblioteche, i teatri, gli ospedali, facendo della esperienza creativa e naturale il loro maestro e sentiero.  Accogliendo e unendo persone da tutte le parti, di tutti i colori, di tutti i credi, avvolgendo gli opposti, attenuando la violenza,  ristabilendo la salute e la pulsazione organica  e naturale. Come il mare, la terra e il cielo impongono con i loro ritmi l’etica della convivenza e della libertà.

Quando penso al movimento fluido penso ai bambini. E pensando ai bambini penso a piazze coperte di verde e uccelli, penso agli animali liberi, al cibo abbondante, al sorriso gratuito, agli occhi pronti ad accogliere il nuovo. Penso al cuore e ai suoi battiti millenari. E finisco per  pensare nuovamente ai girotondi, circoli benedetti  dai cantici e dai giochi che popolano e inteneriscono la Madre Terra.

Che sarà del mondo e dei suoi bambini senza questi girotondi? Ho paura di ciò che possono causare ore e ore perse nell’immobilità, di fronte alle macchine di ultima generazione, di fronte agli apparecchi televisivi, con il consumismo del cibo inscatolato e dell’uso e getta , nell’uso indiscriminato di grosse suole di gomma, che impediscono di porre i piedi sul suolo e sentire la terra. Che sarà di essi se non percepiranno più l’infinità delle stelle nel firmamento, se non ascolteranno il suono dell’universo nelle conchiglie, se non presenzieranno alla nascita del sole e allo sbocciare di un fiore, se non potranno avere la loro storia segnata dal tocco, dalle carezze, dalle parole, e testimoni che gli indichino il cammino della loro natura essenziale.

Spaventa prevedere che potranno disprezzare la palla, i pupazzi, gli aquiloni, i nascondini; più attratti dai grilletti, giocattoli  per uccidere, anestetizzati dalle droghe, che gli permettono di assistere, insensibili e complici, alla  distruzione del loro pianeta casa. Moltissime sono le specie che scompaiono da questo pianeta ogni giorno. L’aria è sempre più insopportabile, l’acqua insana e scura, e le immondizie si accumulano in ogni parte come una piaga nel corpo della terra e nell’anima degli uomini.

Disperatamente mi domando: “che fare? come fare?”. Ricordo allora della storia di un uccellino che in pieno incendio nella foresta, mentre tutti fuggivano, eroicamente prendeva  gocce di acqua nel fiume per spegnere il fuoco. Quando, avvicinato dal leone e interrogato sull’inutilità del suo gesto, rispose ansante: “sto facendo la mia parte”.

Come lui anch’io sto cercando di fare la mia parte. Che tutti facciamo la nostra parte, piantando del nostro meglio, con coraggio e determinazione in questo bello e prezioso pianeta azzurro, riscattando i nostri bambini dalla fame di pane,  di contenimento amoroso e di bellezza, celebrando con tenerezza e profonda pace i doni della vita e tutti i girotondi. E’ attraverso di essi che condivido con tutti i miei abbracci e la mia speranza. 

Ruota ,ruota, ruota,  

Gira, gira, gira, gira, gira,

salta, salta, salta, salta, salta,

Canta, canta, canta, canta, canta,

Dice un angelo molto amico

Tutto ciò che sta alla fine

È già per ricominciare

Sole e Luna circolare

Circolazione

Vieni a giocare,

Per questo cerchio aumentare

Per il girotondo mai terminare!

 

(cantico composto per i girotondi delle “Officine di Arti Integrate all’Ambiente per bambini” – San Paolo/Brasile)

                                 * Cecilia Borelli

(Insegnante titolare-San Paolo/Brasile)

Questo articolo è stato pubblicato il giovedì, 28 gennaio 2010 alle 11:25 e classificato in Biodanza®. È possibile seguire tutte le repliche a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. I commenti sono attualmente chiusi, ma puoi fare il trackback dal tuo sito.

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