Il lavoro di cura

 

 

Il lavoro di cura

Mar, 09/03/2010 – 22:12 | Sandra Capri

 

 

autore:  Giancarlo Dalmolin

“Una pedagogia sociale per lo scambio dei saperi nel passaggio dall’io al noi”
Tema della conferenza  presentata al Forum “La felicità è un valore sociale”

Vicenza 5-7 marzo 2010 in cui Dalmolin illustra  il modello di “lavoro di cura” che il Centro GAJA, Scuola di Biodanza di Vicenza, ha elaborato e sta realizzando da dieci   anni.

L’originalità della proposta di GAJA si fonda su due concetti: il concetto di COMUNITA’ e il concetto di RETE, concetti mutuati dalla nuova scienza dell’ecologia che si è espressa a partire dagli anni 70, e che ha proposto una nuova visione di comunità ecologica come unione di organismi, legati in un tutto funzionante in ragione delle relazioni reciproche.

Oggi sappiamo che gran parte degli organismi non sono solo membri di comunità ecologiche, ma sono essi stessi ecosistemi complessi, che contengono una moltitudine di organismi più piccoli dotati di una considerevole autonomia, e che tuttavia sono integrati in maniera armoniosa nel funzionamento del tutto.

Per esempio, possiamo rappresentare schematicamente un ecosistema come una rete dove ogni nodo rappresenta un organismo, il che significa che ogni nodo, quando viene ingrandito, appare esso stesso come una rete, e così di seguito: in altre parole, la trama della vita è fatta di reti all’interno di reti.

Attraverso miliardi di anni di evoluzione, molte specie hanno dato origine a comunità così strettamente intrecciate che l’intero sistema somiglia a un grande organismo formato da più individui.

Le api e le formiche, e molte altre specie di animali che abbiamo visto nel video, per esempio, non sono in grado di vivere da sole e, quando si riuniscono in gran numero, agiscono quasi come le cellule di un organismo complesso, dotato di una intelligenza collettiva e di capacità di adattamento di gran lunga superiori a quelle dei singoli membri.

La concezione dei sistemi viventi come reti, fornisce inoltre una prospettiva insolita sulle cosiddette “gerarchie”, perché in natura non c’è alcun “sopra” o “sotto”, e non esistono gerarchie. Ci sono solo reti dentro altre reti.

Quindi, esiste uno schema di organizzazione, comune a tutti i sistemi viventi, e la sua proprietà più importante è che esso è un sistema a rete. Ogni volta che incontriamo dei sistemi viventi -organismi o comunità di organismi-  osserviamo che i loro componenti sono disposti a mò di rete. Ogni volta che osserviamo la vita, osserviamo delle reti.

E’ su questa consapevolezza ecologica che ha preso forma e si è radicata la modalità di “lavoro di cura sociale” del Centro GAJA.

Noi abbiamo capito e sperimentato che se la nostra comunità mantiene una rete di lavoro sinergico raggiunge gli obiettivi prima e con minor dispendio di energia, abbiamo capito e sperimentato che se la nostra comunità mantiene una rete di comunicazione attiva può imparare dai propri errori e quindi correggerli, poiché non solo le conseguenze di un errore si propagano attraverso la rete e ritornano alla fonte attraverso anelli di retroazione, ma anche la correzione degli errori segue lo stesso processo, e quindi consente a tutti i componenti della rete di migliorare .

Il concetto di retroazione è intimamente legato allo schema a rete, poiché le reti di comunicazione possono generare anelli di retroazione, e di conseguenza la comunità può correggere i propri errori e può acquisire la capacità di regolare ed organizzare se stessa.

Possiamo quindi dire che lo schema stesso della vita è uno schema a rete capace di auto-organizzazione: questa è una definizione semplice, eppure si basa su scoperte recenti che sono davvero all’avanguardia della scienza.

Negli anni 70, osservando lo schema della vita, Marturana e Varela, e di seguito Rolando Toro     Araneda partendo proprio da queste loro osservazioni, hanno tentato di costruire un modello matematico ed hanno inventato per esso un nome: AUTOPOIESI.

Auto, naturalmente da sé, in riferimento all’autonomia dei sistemi auto-organizzati, e Poiesi, dal greco poiesis, da cui deriva poesia, che significa produzione: quindi, produzione di sé.

AUTOPOIESI è l’organizzazione comune a tutti i sistemi viventi.

Essa è una rete di processi di produzione, in cui la funzione di ogni componente è quella di partecipare alla produzione o alla trasformazione di altri componenti della rete.

La combinazione delle capacità dei sistemi viventi “reti” di riprodursi, di scambiarsi “saperi” e quindi di creare novità, ha condotto all’evoluzione biologica, così che la vita si è dispiegata in una danza continua senza mai rompere lo schema di base delle sue reti auto poietiche, esplorando le dimensioni planetarie dell’essere umano.

In questo modo, l’intera rete “produce continuamente se stessa”. Concludendo: nei sistemi viventi, il prodotto del loro operare è la loro propria organizzazione.

Il Centro GAJA cerca quindi di attuare, nella pratica, questo principio teorico di rete mettendo in primo piano le relazioni tra i suoi componenti: in questo modo il suo schema di organizzazione risulta essere la configurazione delle relazioni tra i componenti della comunità di GAJA.

Questo schema determina le caratteristiche essenziali di un lavoro di rete a “sistema aperto”.

Il Centro GAJA è quindi una “rete a sistema aperto” perché esprime la coesistenza di equilibrio e flusso, di struttura e cambiamento, di lavoro sinergico, di valorizzazione della complessità e della bellezza dei legami, che possono esprimersi senza dominio e controllo, ma nel rispetto reciproco, nella cooperazione e nel dialogo, con lo scopo di realizzare così “l’ equilibrio che fluisce”  .

In tal modo, quando l’equilibrio fluisce, il mondo che percepiamo all’esterno e il mondo che percepiamo all’interno convergono…e questa convergenza di due mondi -interno ed esterno- è probabilmente uno degli avvenimenti culturali più importanti della nostra epoca su cui anche la biodanza si fonda.

Nel percorso di pedagogia sociale GAJA intende porsi come partnership e come comunità sostenibile, perché è in grado di promuovere il passaggio dall’individualismo al gruppo, alla rete (dall’IO al NOI…), è in grado di accogliere e soddisfare la tendenza ad associarsi, a stabilire legami, a cooperare, a migliorare attraverso un generoso scambio dei “saperi”, è in grado di consentire ad ognuno di noi di arrivare con più facilità la’ dove lo porta il suo progetto di vita, perchè i legami sinergici sono il marchio della vita attraverso i quali costruiamo il nostro mondo, e il mondo che ciascuno di noi vede (come ci insegnano Marturana, Varela e Rolando Toro    ), non è IL mondo ma UN mondo che generiamo insieme agli altri.  

GAJA vuole porsi in questo territorio veneto come partnership perché nelle comunità umane, partnership significa democrazia e sviluppo delle potenzialità individuali, e noi crediamo che ogni membro della nostra comunità abbia un ruolo importante, e se questo ruolo viene riconosciuto, ognuno di noi è in grado di comprendere meglio la necessità dell’altro, e quindi di apprendere, di migliorare attraverso lo scambio dei “saperi”, e quindi di cambiare, di co-evolvere, per realizzare, insieme, con un sapiente passaggio dall’ IO al NOI, un mondo migliore ….

Perché, senza far troppi voli pindarici… ognuno di noi nel suo intimo desidera riuscire al meglio nelle cose che intraprende. Dalla famiglia alle amicizie, dal lavoro allo sport ed al tempo libero, dalle iniziative sociali a quelle umanitarie, tutti vorremmo poter considerare ogni relazione umana o attività in cui siamo quotidianamente coinvolti  “un bersaglio centrato”!

Non sempre però questo è di facile realizzazione nell’applicazione quotidiana: spesso ci manca quella  “scintilla” necessaria per accendere il fuoco dell’entusiasmo nostro ed altrui, quella marcia in più che ci sprona all’azione, quella possibilità che ci dia l’opportunità di riuscire ad aprire la porta davanti a noi, quel “contenitore” che ci consenta di esprimere i nostri talenti…

E GAJA, con il “lavoro di cura in rete”, può alimentare proprio questa scintilla perché, in rete, abbiamo maggiore possibilità di tener vivo il fuoco dell’entusiasmo vitale! Abbiamo maggior possibilità di coltivare l’attitudine al benessere del cuore, della mente e dello spirito, avremo, in rete, maggiore possibilità di percorrere il viaggio della vita in modo più sereno e costruttivo…

E se è senz’ altro vero che il “raccolto” che otteniamo lungo il cammino della vita dipende sia dalla qualità dei semi che piantiamo sia dalla natura del terreno in cui li piantiamo… bene, GAJA può essere il terreno fertile nel quale trovare dimora per fiorire e dare frutti …

E termino con questa saggia indicazione di Ted Perry,  ispiratosi al capo indiano Seattle:
“Questo sappiamo: Che tutte le cose sono legate come il sangue che unisce una famiglia…Tutto ciò che accade alla Terra, accade ai figli e alle figlie della Terra.

L’uomo non tesse la trama della vita; in essa egli è soltanto un filo. Qualsiasi cosa fa alla trama, l’uomo la fa a se stesso”

giancarlo.dalmolin@gmail.com

www.centrogaja.it

Questo articolo è stato pubblicato il giovedì, 13 maggio 2010 alle 12:50 e classificato in Educazione biocentrica. È possibile seguire tutte le repliche a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. I commenti sono attualmente chiusi, ma puoi fare il trackback dal tuo sito.

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