Riabilitazione dell`anziano mediante il

Sistema Biodanza®

 

Due esperienze a confronto:

l`anziano istituzionalizzato e non

 

di Leandra Alda Tartarini

 

Da studi e sperimentazioni condotte dal Prof. Rolando Toro, ideatore del sistema Biodanza, gli anziani possono sviluppare  potenziali tardivi che, generalmente rimangono latenti, senza venire espressi. Alle perdite e ai deficit che si verificano durante i processi di invecchiamento si accompagnano nuove abilità e l`elaborazione di nuovi saperi dovuti alla capacità, propria della mente umana, di attivare strategie inedite per risolvere i problemi che la realtà pone e di reperire risorse alternative.

E` impossibile stabilire un profilo omogeneo ed unitario dell`età anziana infatti notevoli sono le differenze fra età anagrafica, età psicologica, età mentale ed età sociale così come molteplici sono i vissuti e i modi d`essere dell`anziano, legati alle differenti storie di vita e alle varietà delle personali scelte esistenziali.

 E` stata fatta una diversificazione fra anziani di fasce di età diverse: gli anziani giovani  (tra i 65 e i 75 anni), i cosiddetti anziani (tra i 75 e gli 85 anni) e i grandi vecchi (oltre gli 85 anni).

Le varie modalità di considerare e vivere la vecchiaia, presentano però un elemento comune: la compresenza, ambigua e conflittuale, di dimostrare cura e rispetto nei confronti dell`anziano da una parte e di averne un senso di rifiuto e marginalizzazione dall`altra. All`interno di una società adultocentrica dove è l`adulto che imprime i modelli di vita e di sviluppo l`anziano è visto come un elemento di disturbo per i problemi che pone alla famiglia e alla collettività ma, ancor più, per quanto la sua presenza evoca: l`idea della precarietà e della morte (esperienze per molti versi rifiutate e rimosse dalla società contemporanea).

Se non si riuscirà a trovare una modalità per recuperare quella saggezza che solo gli anziani sono in grado di darci, grazie alla loro esperienza e ai loro vissuti,  la nostra società perderà valori incommensurabili; è per questo che il compito più grande delle Istituzioni è quello di stimolare questo processo di riscoperta della produttività dell`anziano autosufficiente e non.    

Gli anziani istituzionalizzati, nella maggior parte dei casi, non incontrando adeguati incentivi atti a mantenere vivi i loro interessi e a favorire il loro sviluppo,  entrano lentamente in un triste processo di deterioramento. La vecchiaia può invece diventare un periodo di intensi e significativi sviluppi di "altro lavoro evolutivo". Una sorprendente risorsa per l`intera collettività.

E` questo ulteriore "lavoro evolutivo" che un processo formativo articolato e ricco deve potere assicurare all`anziano attraverso sollecitazioni apprenditive e pratiche culturali che sappiano sostenere e conservare l`adattabilità della mente, connettendo la memoria alle dimensioni del progetto e del futuro. Il tempo per l`anziano deve essere ancora considerato ricco di offerte e di scommesse, di sconosciute possibilità realizzative.

Il concetto sbagliato del  passato come dimensione definitivamente chiusa, impedisce di avere una visione  obiettiva della realtà e chiude l`accesso alle possibili aspettative rispetto alla produttività degli anziani.  E` importante prendere atto dell`assunto che il passato è, e rimarrà sempre, una forza viva che si retroalimenta nel presente.

 

Secondo anno dell`utilizzo del sistema Biodanza® nella

Istituzione Casa Protetta di Crespellano (Bologna)

 

Progetto realizzato dalle insegnanti di Biodanza®

Ines Bussolotto e Leandra Alda Tartarini

 

Il gruppo

 

Il secondo progetto di applicazione del metodo Biodanza nella Casa Protetta di Crespellano è partito avvantaggiato in quanto su 18 ospiti della casa ritenuti adatti a partecipare all`attività di Biodanza  in 13 avevano già presenziato ai 14 incontri che si erano svolti l`anno precedente e quindi per loro era più semplice coinvolgersi nelle danze diversamente da chi non sapeva ancora come si svolgessero gli incontri.

Due ospiti dell`Istituto, assidui frequentatori degli incontri settimanali nell`anno precedente, fra cui un ultracentanario, erano venuti a mancare e il dolore per la scomparsa di questi due grandi amici ha un po` abbassato, almeno nei primi incontri, il livello dell`umore fra tutti i partecipanti. Questo ha permesso hai nuovi arrivati di entrare con più facilità e rapidità nell`emozionalità delle proposte di movimento.

Sostenere un gruppo nell`affrontare l`evento della morte ha voluto dire dare il permesso a ciascuno di maturare individualmente la propria consapevolezza della morte fornendo a ciascuno la certezza di non essere da soli a subirne gli effetti, ma di poterli elaborare insieme con gli altri.

Per gli anziani ricoverati in Istituto (che non hanno prospettive di tornare nel tessuto domiciliare) e per gli operatori elaborare lo stress emotivo derivante dalla continua esposizione all`evento della morte rientra quasi nella routine quotidiana. Era fondamentale pertanto celebrare l`inizio della  nuova serie di incontri ricordando che insieme a noi e con noi avrebbero continuato a danzare anche i due amici  che ci avevano da poco lasciato.

 

Finalità e realizzazione del progetto

 

         Il progetto voleva continuare a creare quei momenti di distensione, allegria, gioia e solidarietà che già l`anno precedente avevamo costruito insieme. In questo secondo progetto abbiamo deciso di introdurre elementi che potessero contribuire maggiormente a stimolare la creatività degli ospiti. Dopo avere attivato adeguatamente le cinque linee di vivençia: vitalità, sessualità, creatività, affettività e trascendenza abbiamo sensibilizzato la percezione dei colori attraverso danze specifiche che attivassero le qualità di ogni colore. Successivamente con l`utilizzo di materiali quali matite, pennarelli, colori a dito abbiamo invitato il gruppo ad avventurarsi in simpatici disegni collettivi: che sono andati ad adornare le pareti della sala.

Abbiamo, inoltre, attivato le energie dei quattro animali più significativi per la Biodanza: la tigre (per la forza, il coraggio, l`assertività e la lotta); l`airone (per la spensieratezza, la leggerezza, la fantasia); il serpente (per il desiderio, l`attrazione e il magnetismo); l`ippopotamo (per il gioco e il piacere).

Il nostro percorso nella sperimentazione della creatività si è concluso con la proposta di utilizzo dell`argilla che ha dato luogo alla realizzazione di manufatti particolarmente significativi da un punto di vista simbolico e che hanno stimolato ulteriormente il gruppo.  

Riflessioni espresse dall`animatrice dell`Istituto

 

La proposta di Biodanza ha avuto, in questi anni, sicuramente un esito positivo.

Il primo anno è stata, per tutti noi che viviamo la realtà di Casa Protetta (anziani e operatori), una piacevole scoperta: assaporare la voglia di stare insieme uniti mano nella mano e danzare, non poteva che risvegliare energie e sensazioni rinchiuse nella memoria o forse, addirittura, mai provate.

Il secondo anno ha visto inizialmente un piccolo calo di entusiasmo ma la competenza e la professionalità delle conduttrici hanno vinto la "pigrizia" iniziale che accumunava i partecipanti e hanno ristabilito un clima di curiosità ed entusiasmo all`apprendimento.

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Il tempo trascorre

Sul mio corpo i segni di una vita vissuta.

Dentro ancora tanti perché.

Con la curiosità di un bambino,

mi incammino:

alla scoperta di nuovi percorsi che odorano di infinito.

I sentieri dell`Anima.

 

Leandra Alda Tartarini